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Un luogo per cambiare e lasciarsi perdonare

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,
apriamo il nostro settimanale con l’intervista al vescovo sul prossimo pellegrinaggio diocesano a Medjugorje, dall’8 al 15 agosto. Come molti tra noi sanno, il Papa ha autorizzato i pellegrinaggi “ufficiali” delle diocesi solo nel maggio del 2019. Fino a quel momento erano le parrocchie o i gruppi di fedeli a organizzarsi per andare a Medjugorje. Quello di Francesco potrebbe essere un primo passo, cauto fin che si vuole, verso il riconoscimento della “bontà” delle apparizioni della Madonna in uno sperduto paesino della Bosnia Erzegovina.

Ascoltando il racconto del vescovo, e andando a ripescare nella memoria le testimonianze di amici che ci sono andati sin dagli inizi, ciò che colpisce di Medjugorje non sono soltanto le apparizioni, che pure sono considerate degne di nota, anche perché “restituiscono” i messaggi della Santa Madre ai veggenti; ma ciò che immediatamente è evidente a chiunque vada a Medjugorje (con animo semplice e occhi disposti a lasciarsi colpire) è la fede della popolazione: contadini, non intellettuali o teologi, ma gente semplice che prega, vive e lavora perché si trova cambiata: per una conversione, un avvenimento reale che sconvolge la vita e la trasforma. Non tanto nelle “forme”, che spesso rimangono invariate (si va a scuola, nei campi, si prepara da mangiare, si sta con gli amici…): ma nel cuore e, di conseguenza, nello sguardo verso di sé e verso gli altri. È un dire “sì” alla propria origine, a ciò che corrisponde veramente alle nostre esigenze: la voglia di essere felici, di essere veri, di amare ed essere amati. Soprattutto, il bisogno di essere perdonati. C’è un affondo sulla Confessione, nell’intervista al vescovo, che vi consiglio di leggere: dice che cos’è davvero la vita cristiana, e che cosa vuol dire convertirsi.

direttore@lavocealessandrina.it

 

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