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La testimonianza di padre Maurizio Patriciello

Martedì d’Avvento

Prossimo appuntamento ai Martedì di Quaresima. Con tre relatrici al femminile

Oltre due ore di dialogo con un pubblico numeroso e attento, spaziando dai rifiuti tossici alle responsabilità culturali e politiche, dall’aborto alle relazioni tra coniugi, dal disagio giovanile alla speranza: questa, in sintesi estrema, la serata con don Maurizio Patriciello, per tutti padre Maurizio, parroco della Parrocchia del Parco Verde a Caivano (Na), protagonista del terzo e ultimo dei Martedì di Avvento, che la Diocesi di Alessandria promuove da molti decenni in collaborazione con il Centro di cultura dell’Università Cattolica e con il Movimento ecclesiale di impegno culturale.
Molte le consonanze con i due incontri precedenti, quelli con Ferruccio de Bortoli e con Silvio Garattini: tre testimoni fra loro assai diversi, ma accomunati dalla passione per la verità e dalla consapevolezza che l’arte di prevenire costituisce una delle più importanti attenzioni della vita personale e comunitaria.

All’inizio, un minuto di raccoglimento per esprimere il ricordo delle vittime della strada, ad Alessandria e altrove, e la solidarietà alle loro famiglie.
Poi la testimonianza di padre Maurizio: schietta e diretta, sempre con il sorriso, anche nei passaggi più difficili.
Una testimonianza di equilibrio: non antagonismo tra popolo e palazzi del potere, ma invito, insieme rispettoso e fermo, ad adempiere sino in fondo ai propri doveri; consapevolezza della funzione di supplenza che la comunità ecclesiale esercita in una situazione difficile quale quella del territorio dove egli opera (è di ieri la notizia di una maxioperazione delle forze dell’ordine che ha portato all’adozione di misure cautelari nei confronti di 33 persone accusate di traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante delle modalità e finalità mafiose, operanti al Parco Verde di Caivano, considerata “la più grande piazza di spaccio d’Europa”); necessità di non operare in solitudine, ma dentro una comunità concreta.

E soprattutto una testimonianza di fede, di un rapporto personale e intimo con il Cristo.
Nelle tante domande e considerazioni da parte del pubblico (padre Daniele Noè, Fabio Lenti, Carlo Varni, Andrea Antonuccio, Lodovico Como, Aldino Leoni, don Ivo Piccinini) sono emerse le inquietudini e le speranze di tutti; anche la “prima fila” delle istituzioni non è stata da meno, attraverso gli interventi del notaio Luciano Mariano, del procuratore Enrico Cieri e del prefetto Francesco Zito, prima del saluto finale del Vescovo mons. Guido Gallese.
Appuntamento ai Martedì di Quaresima: vi saranno, ha anticipato Renato Balduzzi, ancora tre testimonianze, questa volta femminili.

B. V.

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