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Al Vinci quell’incontro su Giovanni Paolo II

Mi ricordo

Ero preside incaricato all’Istituto “Leonardo da Vinci” con sede in via Trotti ad Alessandria, e ricordo bene che negli Anni 90 del secolo passato erano crollati tutti i regimi totalitari comunisti dell’Est europeo. Il governo di allora, Berlusconi, aveva indetto a fine novembre la giornata della “Festa delle Libertà” e una circolare del Ministero della pubblica istruzione invitava le scuole superiori alla celebrazione della libertà.

Ricordo che non ero esperto di informatica per tenere una lezione “multimediale”, ma avevo nelle dotazioni del personale alcuni, due o tre , tecnici competenti. Previo accordo con loro, siamo riusciti a realizzare un cd con possibilità di una carta geografica da proiettare sulla lavagna luminosa. la scelta dell’intitolazione: “A papa Giovanni Paolo II” il coraggioso papa polacco che aveva messo in crisi i regimi dell’Est europeo.

Prima i sindacati polacchi di “Solidarność”, poi il crollo del muro di Berlino, fino al crollo di Ceaușescu in Romania. Ricordo: abbiamo riunito nell’aula magna le classi del triennio.
Mi sono incaricato di tenere la conversazione, impiegando sussidi tecnologici, per me nuovi. Ma riuscivo a comunicare e l’attenzione degli alunni, numerosi, era elevata. Una lezione innovativa di storia contemporanea efficace. Più che per l’esecuzione della circolare ministeriale ero soddisfatto, e con me i docenti e i tecnici, del buon esito dell’innovazione didattica. Mi aveva colpito il clima di attento ascolto dei ragazzi.

Non avevo sentito toni polemici. Al termine mi ero rivolto a tutti i presenti con un “grazie” dovuto. Unico dubbio: avevo fatto propaganda da una parte? Ero preside incaricato di scuola di Stato che garantisce a tutti un approccio equanime ai contenuti della Storia.
Comunque ho inviato una relazione dettagliata al Provveditore che era, l’indimenticabile, Paola d’Alessandro. Con questa, indubbia, soddisfazione professionale, mi ero proposto di effettuare un’analoga lezione multimediale sul tema della Resistenza e della ricorrenza del 25 aprile, giorno della liberazione dell’Italia dal totalitarismo nazi-fascista. Mi ricordavo della Carla Nespolo, prima deputato Pci: poi senatrice Pdci (Partito dei comunisti italiani), limpida figura di persona onesta e tollerante. Mi ricordo la telefonata all’Istituto storico della Resistenza della centrale via Guasco.

Così sono riuscito a contattare Carla Nespolo. Ricordo che, con un taxi pubblico, era arrivata al “Vinci” con un abito ,elegante, di rosso scarlatto, gli ausili tecnologici li aveva portati dall’Istituto di via Guasco.
Mi ricordo che il “Vinci” aveva disposto un tecnico e lo schermo per le proiezioni. Carla Nespolo, con la capacità didattica di una docente di Storia era stata docente al “Galilei” cittadino. Con precisione ed equilibrio aveva illustrato il divenire della lotta partigiana in Italia del Nord ma con riferimenti anche alla Resistenza europea. Il tono discorsivo era riuscito a captare l’attenzione degli studenti e il mio.

Non faziosa nelle sue argomentazioni di carattere storico.
Il clima era attento simile alla conferenza sulla festa delle libertà. Il “Vinci” grazie al contributo di competenza di Carla Nespolo aveva compiuto la sua funzione: scuola di Stato al servizio della società e dei giovani. Per quanto mi riguarda ero soddisfatto: nel medesimo anno scolastico due, aggiornate, lezioni multimediali avevano contribuito alla formazione di una coscienza civile e una più approfondita conoscenza di Storia contemporanea. Questo il mio ricordo del “Vinci ” impegnato a migliorare le competenze dei giovani.

Flavio Ambrosetti

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