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«La cosa giusta è restare umani, anche in un contesto difficile»

Gesti di pace in tempo di guerra

Marco Cortesi e Mara Moschini sono due attori che in questo periodo stanno girando l’Italia per presentare lo spettacolo “La scelta”. Venerdì 14 marzo si sono esibiti anche ad Alessandria, nell’Auditorium San Baudolino, invitati dal Gruppo scout Alessandria 3.

Marco, ci parla dello spettacolo?
Marco: «Lo spettacolo si intitola “La scelta”. Si tratta sostanzialmente di storie vere della guerra dell’ex Jugoslavia, che, ricordiamolo, è stato il più grave conflitto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Anche se l’attualità adesso mette in discussione questo primato… Abbiamo raccolto, in un’inchiesta durata tanti anni, più di 8.000 storie di chi ha scelto in tempo di guerra di fare la cosa giusta. E questo è quello che raccontiamo a teatro: persone che, nonostante le differenze, hanno deciso di aiutarsi e di scegliere in maniera corretta in base ai propri ideali».

Qual è la cosa giusta?
Mara: «Sicuramente la cosa giusta è restare umani, cosa che in un contesto di guerra è difficilissima! Però è importante non dimenticare mai che ci sono persone che rischiano la propria vita per aiutare altri in difficoltà. Nel contesto della guerra dei Balcani, sappiamo che c’erano tre etnie che hanno partecipato al conflitto, e quindi decidere di aiutare il tuo vicino di religione o di etnia diversa significava rischiare la vita. Eppure tante persone hanno scelto di fare questi gesti di coraggio».

Voi siete venuti ad Alessandria nel 2020 con un altro spettacolo, stavolta “dedicato” al muro di Berlino.
Marco: «L’altro spettacolo si chiamava “Die Mauer”, il muro. Anche questo nasce da un’inchiesta sul campo: abbiamo passato a Berlino diverso tempo, quasi due anni di ricerca in diversi viaggi, per raccogliere la storia vera di chi ha tentato di scavalcare il muro più letale e famoso della storia del XX secolo, che tenne divisa una città per 28 anni: il simbolo più importante della Guerra fredda. Chi scavalcava questo muro, chi tentava di scavalcare il muro di Berlino per raggiungere la pace, per raggiungere la libertà, “Freiheit” in tedesco, rischiava la vita. E quindi siamo stati in Germania per cercare coloro che avessero tentato questa cosa o che, in qualche modo, fossero a conoscenza di storie simili, il più delle volte di parenti e amici. È stato davvero molto toccante».

Voi andate anche nelle scuole con uno spettacolo che si intitola: “Come ti salvo il pianeta”. Poi avete fatto un monologo sul genocidio in Ruanda… Ecco, sembra che per fare la scelta giusta ci voglia una sorta di fede.
Mara: «Credo che serva fede nell’essere umano. Tante volte è facile farsi prendere dallo sconforto e dire: “Davvero siamo una brutta specie”. Se pensiamo alle tematiche ambientali, l’impatto dell’uomo sul Pianeta è devastante. Pensiamo anche a quello che sta succedendo in Ucraina e in Russia. È facile pensare che l’uomo davvero non sia molto bravo… eppure sappiamo che ci sono tante persone che mantengono la propria umanità. Quindi io credo che sia importante credere, continuare a credere, che nell’uomo ci sia tanto di buono. E dobbiamo schierarci, dobbiamo diventare sempre più numerosi. Questa squadra di “buoni” deve diventare sempre sempre più grande».

Voi siete una coppia sul palco e nella vita. Ma siete davvero “buoni”?
Marco: «Certo, il tema dello spettacolo che abbiamo portato ad Alessandria si focalizza proprio sulla responsabilità individuale di ognuno di noi. Terminiamo lo spettacolo proprio con una domanda provocatoria che facciamo al pubblico, in una maniera quasi comica, ma che poi porta a una riflessione molto profonda: la differenza tra “non posso” e “non voglio”. Ossia quante volte nella vita di tutti i giorni, diciamo: “Non posso farci niente” o “non posso cambiare le cose”. La verità è che non vogliamo farlo, scegliamo di fare qualcos’altro. Così anche quando diciamo: “Non posso fare nulla per l’ambiente, non posso fare nulla per la pace”, il più delle volte questo significa che c’è una volontà che decidiamo di ignorare. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può essere protagonista di tanti piccoli gesti per fare davvero la differenza. E quindi la scelta, alla fine dei conti, resta sempre e solo la nostra».

C’è anche un’altra guerra da combattere: quando si sceglie una strada professionale come la vostra, poi bisogna anche spiegare ai propri genitori che mestiere si fa, e sperare che lo accettino. A voi com’è andata?
Mara: «È una guerra persa in partenza (sorride). Non soltanto con i nostri genitori, ma in generale. Tante volte la domanda che ci pongono è: “Va bene, siete attori. Ma per vivere che cosa fate?”. E noi: “Facciamo proprio questo. Incredibile!”. Ci manteniamo facendo questo mestiere bellissimo. Soprattutto in questo periodo giriamo molto, quindi dovremmo essere stanchi. In parte lo siamo, ma riceviamo così tanta energia dalle repliche, dal pubblico che ci saluta alla fine, che la stanchezza non la senti. Non la senti quando fai un lavoro che ami. E noi amiamo questo mestiere».

Marco: «Spesso, quando siamo nelle scuole, tantissimi ragazzi si avvicinano chiedendoci un incoraggiamento nel perseguire una professione artistica, o un sogno che non incontra il sostegno e l’approvazione dei genitori. I tempi sono cambiati. Oggi l’importante, anche da un punto di vista di business e di marketing, è credere in quello che si fa. Una volta si diceva: “Diventa avvocato, in questo modo sicuramente troverai lavoro”. Ma oggi sappiamo che nelle professioni più “sicure” c’è anche la più alta percentuale di disoccupazione. Quindi siamo in un’epoca dove l’entusiasmo, l’inventiva, la voglia di fare e la creatività possono davvero aprire tutte le porte. A noi questo permette di fare un lavoro che amiamo e di pagare le bollette (sorride)!»

 

 

 

 

“La scelta” racconta le storie raccolte durante il conflitto bosniaco dalla dottoressa Svetlana Broz (nipote di Josip Broz, capo di governo jugoslavo, meglio conosciuto con il nome di Tito). In esse sono rappresentate straordinarie testimonianze di eroismo, coraggio e umanità.
Lo spettacolo è diventato anche un libro
(+dvd), edito da Erickson.

 

 

 

 

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