Domenica 26 Novembre 2017

Dalla Lettera ai Romani – Rm 12,1-8
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

Commento del vescovo

Contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare, il nostro culto spirituale è offrire i nostri corpi (materiali!). La spiritualità cristiana è veramente sorprendente per la sua concretezza: non è uno spiritualismo vago, ma un concreto legare la materialità della nostra vita a Dio, dando un senso trascendente alle nostre azioni e facendo di esse un atto di culto. D’altronde il più grande atto di culto del cristianesimo, che è la celebrazione eucaristica, ha il suo centro sul corpo (di Cristo). S. Paolo invita a non conformarsi a questo secolo: l’antitesi al conformismo è lasciarsi trasformare per discernere la volontà di Dio. Comprendiamo quindi come il nostro discernimento comunitario non sia semplicemente un’indagine razionale per scoprire come dobbiamo agire pastoralmente oggi, ma chiede innanzitutto che ci lasciamo trasformare da Dio. Il discernimento, a sua volta, permette che io riesca a valutarmi in modo saggio e giusto e possa essere ciò che sono nel corpo di Cristo che è la Chiesa. S. Paolo perciò disegna un percorso spirituale che parte dal culto spirituale effettuato offrendo il mio corpo, mi fa trasformare da Dio, mi porta a discernere la sua volontà per essere ciò che sono nella Chiesa, corpo di Cristo. Dunque un itinerario dal corpo al Corpo.

Preghiera

Dio, Padre di misericordia, donaci lo Spirito dell’amore, lo Spirito del tuo Figlio.

Fa’ che la Chiesa Alessandrina si rinnovi nella luce del Vangelo. Rafforza il vincolo dell’unità fra i laici e i presbiteri, fra i presbiteri e il nostro Vescovo Guido, fra i Vescovi e il nostro Papa Francesco; in un mondo lacerato da discordie la tua Chiesa risplenda segno profetico di unità e di pace.

Padre nostro, Ave o Maria, Gloria al Padre

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