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Intervista a don Flavio Luciano dopo la 48esima settimana sociale – Il 2018 della Pastorale sociale regionale.

Alla luce dalla 48a settimana sociale dei cattolici, svoltasi a Cagliari nell’ottobre scorso, don Flavio Luciano, responsabile della commissione regionale per la pastorale Sociale e del Lavoro, traccia l’attività per il nuovo anno. Davanti all’urgenza di un nuovo percorso che metta al centro la creatività umana per una migliore transizione tra vita e lavoro, che cosa sta proponendo la pastorale regionale Sociale e del Lavoro? «Per noi questo sarà priorità. Come pastorale sentiamo che è compito nostro favorire processi culturali ed economici che valorizzino le persone e le loro comunità, investendo anche nella formazione. Lo faremo anche con seminari di formazione e studio. Il 12 gennaio, in particolare con l’Istituto Nazionale di Urbanistica, Sezione Piemonte e Valle d’Aosta, proponiamo “per un’etica nella pianificazione territoriale”. Sarà un momento di incontro e approfondimento a partire dall’etica civile con particolare attenzione ai temi riguardanti il governo del territorio e la sua pianificazione (Torino dal 14.30 alle 18.30, alla Casa della cooperazione in corso Francia 329, ndr) e poi con gli amici sindacalisti il 27 dello stesso mese riflettendo sulle sfide attuali nel mondo del lavoro». Ai lavori della settimana sociale a Cagliari hanno partecipato tanti giovani? «C’è stata una buona presenza, ma più delegati piemontesi hanno sottolineato che si è dato ancora troppo poco la parola alle giovani generazioni: alla fine sono stati gli adulti che hanno parlato di loro. Questo è uno sforzo che vogliamo portare avanti, cioè dare attenzione e voce ai giovani lavoratori e alle nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro. Strumenti a disposizione ne abbiamo. Ma in particolare accogliamo l’invito fatto a Cagliari di investire sul ‘Progetto Policoro’, già presente in diverse diocesi piemontesi». Giovani, lavoro, ma anche accoglienza. Qual è la linea che sta emergendo in Piemonte? «In questo anno avremo un particolare sguardo al problema dei rifugiati e dei migranti, anche alla luce del messaggio di papa Francesco del 1° gennaio che dovrà accompagnarci l’anno intero. Cercheremo di collaborare con le altre pastorali coinvolte e le amministrazioni locali perché sia rispettato anche per loro un lavoro degno, ricordando che integrare significa “permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali».

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