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Indagini sulla sinodalità nella Chiesa

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Le Edizioni Dehoniane Bologna propongono in queste settimane quattro testi interessanti, accomunati dal rigore accademico congiunto all’attenzione pastorale. “«Quelli della via». Indagini sulla sinodalità nella Chiesa” (pp 198, euro 18), curato da don Davide Righi, contiene gli Atti del XII Convegno annuale della Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna, celebratosi a Bologna nel 2017.

I diversi contributi si soffermano su vari aspetti dello stile sinodale, che papa Francesco incessantemente indica come modello di relazioni nella comunità cristiana a ogni livello. Forse se ne parla molto ma lo si pratica ancora poco. “Abramo” (pp 78, euro 9,50) è un’opera del biblista André Wénin, che attraverso un approccio narrativo indaga la figura dell’Abramo biblico, «un personaggio leggendario» (p. 7), analizzato nella sua evoluzione. «Ogni volta che Abramo ha acconsentito a una perdita, la sua vita si è ritrovata dilatata, con la benedizione che a poco a poco lo permeava» (p. 71). Imitare il «nostro padre nella fede», come lo definisce la liturgia, vuol dire fare propria tale dinamica.

“Il sacrificio” (pp 131, euro 12,50) è un’indagine in due tempi sull’omonimo argomento compiuta dal vescovo Franco Giulio Brambilla, Pastore della Chiesa di Novara e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana. Si tratta di un concetto poco presente nel lessico e nella spiritualità della nostra epoca ma essenziale per la vita cristiana. Il credente con la luce e la forza dello Spirito può partecipare all’offerta di Cristo, recuperando la negazione violenta della vittima adoperandosi per trasfigurare la condizione delle vittime di oggi. In “Le parole dell’evangelizzazione” (pp 120, euro 10) monsignor Romano Penna, biblista del clero di Alba, spiega che l’essenza di questa «consiste nell’annunciare la persona di Gesù insieme al significato proprio della sua vita e della sua morte» (p. 63) nel contesto della Chiesa.

In questa prospettiva credere «significa semplicemente presentarsi davanti a Dio, e in concreto davanti alla croce, a mani vuote, come mendicanti, senza nessuna presunzione di poter offrire a nostro vantaggio alcunché di esclusivamente nostro perché egli ne tenga conto, come se si volesse condizionare la sua grazia (che non sarebbe più tale!). Credere significa accogliere nell’umiltà, nel ringraziamento e nella gioia la sua pura misericordia, affidandosi senza riserve» (p. 102). I quattro libri, ognuno nel suo genere e con la sua tipicità, indagano su sfide fondamentali per la fede nel mondo d’oggi.

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