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Discernimento comunitario: le voci dalle Zone pastorali

Vita della Diocesi

Con l’incontro di venerdì 20 ottobre è terminato il cammino di Discernimento comunitario nella diocesi di Alessandria. Un totale di 16 incontri (quattro per ognuna delle quattro zone pastorali) iniziati martedì 21 settembre, in cui il vescovo, monsignor Guido Gallese, ha presentato la sua nuova Lettera pastorale “”Sarete per me un regno di sacerdoti“. Abbiamo chiesto a quattro laici, uno per ogni zona, di raccontarci come è andata.

Zona Alessandria

Partiamo dalla Zona Alessandria, dove si sono svolti due incontri a San Giovanni Evangelista e due al Cuore Immacolato di Maria. «Quello del Discernimento è un appuntamento da non perdere, atteso». A dirlo è Silvia Cresta, 57 anni, parrocchiana di San Baudolino. «Mi è piaciuto molto partire dalla Messa: raccolta, sentita e sicuramente utile per poter meglio riflettere sulla Lettera pastorale. Ho anche apprezzato il momento dell’Adorazione Eucaristica prima della Celebrazione. Non è stato fatto tutto di fretta, i tempi permettono di poter riflettere, di vivere il momento con la giusta cadenza. Poi, dopo la cena comunitaria, sono seguite le parole del Vescovo».

Tema centrale, il sacerdozio battesimale: «Un richiamo all’impegno sia per i consacrati sia per i laici. Certamente è un aspetto che ci interpella da vicino e che ci apre anche al cammino sinodale, appena cominciato, che va in questa direzione. Credo che la Lettera vada letta, riletta e fatta propria. Perché il sacerdozio battesimale è davvero un dono che abbiamo ricevuto e che ci permette di vivere la quotidianità in modo diverso». Un cammino che non deve finire qui: «Le Lettere pastorali sono punti di riferimento, collegate di anno in anno, che permettono di poter progredire nel percorso spirituale. Non sono statiche, ma sono sempre in “movimento”. Proprio per questo l’augurio è quello di poter riprendere altri incontri, per vivere e mettere in pratica i propositi lanciati dal Discernimento. Nel corso dell’anno, sarebbe bello poter fare anche una verifica, sia a livello individuale sia comunitario, per capire se la direzione che stiamo percorrendo è corretta».

Zona Fiumi

Nella Zona Fiumi gli incontri si sono svolti a San Michele. «Mi ha colpito questo racconto della vita di Gesù portato a una concretezza umana, e raccontato dal Vescovo in modo semplice. Ha parlato di cose importanti, ma è arrivato al cuore. Ci siamo sentiti ancora più vicino a questo nostro Gesù. Le parole di Sua Eccellenza ci hanno riportato in quel tempo di vita, Lo abbiamo un po’ toccato. E, per me, sono state anche parole di consolazione». Così ci racconta Emanuela Guerci, 55 anni, coordinatrice diocesana per i gruppi del Rinnovamento nello Spirito Santo e parrocchiana di Santa Maria di Castellazzo Bormida.

«Abbiamo iniziato con Gesù, con la Messa, e abbiamo terminato con Gesù, con l’Adorazione Eucaristica. Quest’ultima mi ha colpito tantissimo: in silenzio, davanti al Signore, abbiamo ripensato a tutto ciò che ci era stato detto. L’ho vissuta in modo profondo, perché questo Gesù che è sempre stato vicino, e lo sarà sempre, è diventato più concreto». Quella del Discernimento è stata l’occasione per «riscoprire i doni del nostro sacerdozio battesimale: un invito al servizio. A volte pensiamo solo al sacerdozio consacrato, quello dei nostri preti. Invece, anche noi siamo sacerdoti, in un’altra maniera, certo, ma tutti facciamo parte di un popolo sacerdotale. Non è semplice, bisogna vivere insieme agli altri, unire le relazioni. Lo scopriremo e impareremo strada facendo, in questo sono sicura che il Sinodo ci aiuterà» aggiunge Guerci.

Zona Fraschetta-Marengo

Passiamo alla Zona Fraschetta-Marengo, dove le quattro date del Discernimento si sono svolte alla parrocchia di Bettale. A dirci di più c’è Giuliano Guazzotti, 77 anni, della parrocchia Natività di Maria di Spinetta Marengo. «Ho partecipato a tutti i Discernimenti comunitari da quando esistono. Indubbiamente sono un momento importante di approfondimento e ricarica. Un primo approccio per approfondire le idee e le linee guida del Vescovo, riportate sulla Lettera pastorale, riguardo all’anno in corso. Questo argomento apre squarci enormi sul modo di intendere il cristiano e la vita cristiana, un’opportunità che ci richiama ad avere una visione della vita molto diversa da quella a cui siamo abituati: non pietistica, ma di approfondimento teologico. Questi erano temi già trattati, soprattutto per i parrocchiani di Spinetta, essendo un argomento approfondito in precedenti momenti di riflessione, sia con monsignor Gallese sia con i nostri frati. Dovrebbe essere solo un inizio, per tutto ciò che dovrà svilupparsi nel corso dell’anno pastorale».

Zona Valenza

Chiudiamo questo percorso all’interno del cammino di Discernimento con la Zona Valenza, dove tutti gli incontri si sono svolti in Duomo. A parlarcene Laura Baldi, 57 anni, Capo del Gruppo scout Agesci Valenza 1. «Tutti gli anni quando ci sono questi incontri cerco di andare, perché mi lasciano qualcosa di importante. Trovo sempre interessante la presentazione del Vescovo: è stimolante cercare di capire dalla sua voce perché ha ritenuto di porre l’attenzione su determinati contenuti. Ricordandoci che, ovviamente, è stato ispirato allo Spirito Santo, e quindi ha in mente un itinerario che è molto più lungimirante rispetto a ciò che noi fedeli possiamo immaginare».

Diversi gli spunti tratti da questo Discernimento: «I momenti di preghiera hanno un’intensità importante, e li vivo come un arricchimento spirituale personale: tornati a casa, ci si sente davvero rigenerati. Quando il Vescovo prega con noi il suo non è mai “recitare preghiere” o “far pregare”, ma si percepisce il suo entrare in intimità con il Signore, con tutto se stesso. E, di conseguenza, avvolge anche noi dentro questo abbraccio, in cui si sente una presenza autentica di Dio. Poi c’è la parte formativa, quando monsignor Gallese parla all’assemblea della Lettera, dando informazioni di carattere teologico ed esegetico. In mezzo la parte comunitaria, che forse quest’anno è stata meno sentita per via delle restrizioni del Covid, E, se posso fare un appunto, penso sia proprio mancato un momento finale di confronto tra i fedeli partecipanti, per poter dialogare e confrontarci su questi argomenti».

E riguardo al sacerdozio battesimale? «La tematica mi è da subito piaciuta molto, monsignor Gallese ha approfondito questo aspetto: il sacerdote è colui che offre la vita per tutti, per i nostri fratelli, con amore, agendo secondo il “sacrum facere”, ovvero il rendere sacro qualcosa di quotidiano che sacro non è ancora. Facendo così, i riti quotidiani diventano offerta. Sin da quelle parole, ho vissuto le piccole cose quotidiane sotto un altro sguardo: anche solo apparecchiare la tavola, stendere i panni o pregare… beh, l’ho fatto in un certo modo. Si può vivere, anche nel nostro piccolo, facendo gesti sacerdotali. Un input, arrivato qualche anno fa, che si è rafforzato ancora di più con le parole del Vescovo in questo Discernimento».

Alessandro Venticinque

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