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Un “alessandrino” dirige la Società europea di Urologia pediatrica

Intervista al dottore Emilio Merlini

Alla direzione della Società europea Urologia pediatrica c’è, dal 2021, un alessandrino (almeno di adozione). Si tratta del dottor Emilio Merlini (nella foto), nato a Genova ma residente nella nostra città da diversi anni: «Ho iniziato a occuparmi di chirurgia pediatrica nel 1978, proprio ad Alessandria. Io, genovese, stavo cercando un posto di lavoro e sono arrivato qui. Ho trovato un ambiente molto favorevole, e insieme con il dottor Pier Luigi Seymandi, che poi sarebbe diventato primario, mi sono dedicato allo studio di questa specialità. Con lui abbiamo potenziato quello che già era presente, e questo ha consentito a noi alessandrini di avere un ruolo importante in campo nazionale: per esempio, proprio nel 1986 qui ad Alessandria si tenne il secondo congresso della Società italiana Urologia pediatrica». Da quando è in pensione, il dottor Merlini collabora come volontario nel reparto di Chirurgia pediatrica all’Ospedale infantile della nostra città.

Dottor Merlini, dopo il suo arrivo ad Alessandria come è proseguito il suo percorso di formazione?

«Negli Anni 90 mi sono iscritto alla Società europea di Urologia pediatrica, e sono andato avanti con il mio percorso di formazione attraverso vari viaggi negli Stati Uniti, a San Francisco e a Philadelphia, ma anche in Svezia, a Goteborg, e in Inghilterra, a Londra. Dopo queste esperienze, sono diventato responsabile della struttura semplice di Urologia pediatrica ad Alessandria, dal 1998 al 2001. Subito dopo sono diventato primario al “Maggiore della Carità” di Novara e, dal 2008, direttore del “Regina Margherita” di Torino. Infine, nel dicembre 2017, per raggiunti limiti di età, sono andato in pensione».

Ma in quegli anni ricopre anche altri ruoli…

«Nel biennio 2009-2010, sono diventato presidente della Società italiana di Urologia pediatrica. Un anno prima, sono stato eletto membro del direttivo della Società europea di Urologia pediatrica, e nel 2010 sono entrato a far parte del direttivo, il cosiddetto Board, ricoprendo il ruolo di tesoriere. Nel 2016 ho lasciato il Board, e due anni più tardi sono stato nominato presidente eletto. Mi sarei dovuto “incardinare” come presidente nel 2020, ma il Covid ha bloccato tutto. Sono diventato presidente effettivo nel settembre 2021 e lo resterò fino al 2023».

Ci racconta di che si tratta?

«Lo scopo è favorire lo sviluppo delle conoscenze nel campo delle malattie e delle malformazioni dell’apparato urinario e genitale nel bambino e nell’adolescente. La Società è la più importante al mondo, in questo ambito è la più grande e attiva. All’interno ci sono due commissioni: una educativa, che ha il compito di formare gli specialisti riconosciuti a livello europeo, e una di ricerca, che ha l’incarico di promuovere la ricerca nel nostro campo. Uno dei punti principali sono i congressi. Nel 2021 ne abbiamo organizzato uno online, causa Covid. Ma nel giugno 2022 torneremo in presenza con un congresso in Belgio, a Gent, con partecipazioni da tutto il mondo. Non solo. Uno dei nostri compiti più importanti consiste nel cercare di espandere queste conoscenze nei Paesi a risorse limitate, e che non hanno ancora raggiunto lo standard dell’Europa occidentale. Per esempio, qualche giorno fa siamo riusciti a far recapitare un carico di materiale per la cura dei bambini urologici all’ospedale pediatrico di Kiev, per un totale di 13 mila euro di materiale. Una bella cooperazione tra soggetti di diverse nazioni».

Obiettivi futuri?

«Vorrei trasformare la Società europea in un centro di riferimento per altre società extra-europee. Abbiamo già ricevuto diverse richieste di affiliazione, e puntiamo a diventare una sorta di “Global hub”, un punto di riferimento globale per l’Urologia pediatrica. Oltre a questo, vorremmo creare un registro di tutte le attività per coordinare tutti i gruppi che svolgono questo lavoro».

In Italia, e ad Alessandria, qual è il quadro di queste malattie?

«Nel nostro Paese possiamo dire che le malformazioni dell’apparato urinario rappresentano il 30% delle malformazioni formate in utero. Ad Alessandria c’è una importante attività di chirurgia pediatrica, tra cui la chirurgia robotica delle malformazioni urinarie del bambino. Siamo stati tra i primi, e siamo tra i pochi, a farla».

Dottor Merlini, so anche di alcune sue collaborazioni in Vietnam…

«Sì, là ci sono storie davvero affascinanti. Ma ne parleremo in una prossima puntata (sorride)…».

Alessandro Venticinque

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