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Roma, 1922: una Rivoluzione!

Cento anni fa

La Libertà n° 44 del 3 novembre 1922 titola Una Rivoluzione. Settimana storica per l’Italia e per il mondo; una rivoluzione quasi incruenta ha dato – speriamo – il tracollo al conservatorismo nostrano. Quei parrucconi che ancora a Napoli applaudivano all’adunata fascista come a una bella e innocua parata domenicale non sospettavano certo che si trattasse delle grandi manovre per la Marcia su Roma. Il Ministero stesso, intento com’era a dar orecchio ai colloqui giolittiani non si aspettava un colpo così improvviso.

Quando giunse l’ora d’agire dichiarò lo stato d’assedio […] per dar modo al Re di non sottoscriverlo […] Degli errori socialisti seppe far tesoro il capo dei fascisti, il quale organizzando il partito militarmente, tolse di mezzo ogni discussione e si rese amica gran parte della ufficialità militare […] L’anima dei lavoratori non tollera monopoli e l’educazione delle coscienze è qualcosa di più faticoso e più lungo di una marcia su Roma. Lo Stato sorvegli soltanto e sussidi quando avrà denaro.

Il nuovo Gabinetto. Presidente del Consiglio, Interno e Affari esteri: Benito Mussolini; Guerra: cav. Armando Diaz, Generale e Senatore; Marina: cav. Paolo Thaon di Revel, Ammiraglio; Colonie: on. Luigi Federzoni, nazionalista; Giustizia: on. Aldo Oviglio, fascista; Finanze: on. Alberto Destefani, fascista; Tesoro: on. Vincenzo Tangorra, partito popolare; Istruzione pubblica: prof. Giovanni Gentile; Lavori pubblici: on. Gabriello Carnazza, della Democrazia sociale; Agricoltura: on. Giuseppe de Capitani, liberale; Industria e commercio: Teofilo Rossi, senatore dell’Unione democratica; Lavoro e prevenzione sociale : on. Stefano Cavazzoni, Partito popolare; Poste e telegrafi: on. Giovanni Colonna di Cesarò, della Democrazia sociale; Terre liberate: on. Giovanni Giuristi, fascista.Tra i sottosegretari ci sono: 9 fascisti, 4 popolari, 2 democratici sociali, 2 socialisti, 1 liberale.

Per i bambini in Russia. Piccoli martiri della fame! Erede dello spirito del suo predecessore e non meno profondamente commosso all’orribile visione di un intero popolo votato alla morte, Pio XI ne rinnova oggi dall’alto dell’Apostolico Trono, l’appello pietoso… e chiama a raccolta tutte le energie e tutte le risorse della pietà.

Carlo Re

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