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L’importante lascito di don Giampiero Armano

Nella Biblioteca storica diocesana del seminario

La Biblioteca Storica del Seminario continua nel tempo ad arricchirsi di nuovi volumi grazie a donazioni e lasciti da privati. Tutti gli alessandrini conoscono bene la figura di don Giampiero Armano, che è entrato nella pienezza della vita nel 2018 all’età di 77 anni. Sacerdote di grande cultura, con una particolare attenzione al mondo della resistenza, era infatti presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, prete operaio e professore, membro della Comunità San Paolo. Lo ricordiamo in questo articolo nella veste di benefattore della nostra Biblioteca. Ci ha lasciato diversi volumi moderni, ma soprattutto sei antichi volumi importanti:
Locupletissimus thesaurus… di Gelasio di Cilia Ratisbona, typ. Giovanni Viti Radimyr. 1736.
Nota di possesso manoscritta del 1778.

Die ewige Anbetung des allerheiligsten Altarssacramentes… di P. Iso Walser
Dulmen, typ. Laumann. 1899.
Breviarium Marianum, seu Officia de beatissima Virgine Maria… curatore A.S.J.M.
Vienna, typ. Franz Andreas Kirchberger. 1742.
Edizione arricchita da finalini e fregi e da due note di possesso manoscritte settecentesche.
Scientia magica per triginta sex quaestiones deducta pro utilitate confessariorum… di fr. Placido Kristeli
Vienna, typ. Giovanni Giuseppe Pents. 1745.
Nota di possesso manoscritta del 1766 ed una a timbro.
Thesaurus biblicus completus, locupletissimus, ex ipsis sacrarum scripturarum…di Merz Filippo Paolo
Augusta, typ. Filippo e Martini Veith e Giovanni fratelli. 1734.
Nota di possesso manoscritta del 1736 ed una a timbro.

Presenta nell’antiporta un’incisione dello scultore Simone Taddeo Sondermayr raffigurante il nob. Rev. Ambrogio Schnaderbeck
Il volume più interessante di questo lascito è: Außerlesene Merckwürdigkeiten von alten und neuen Theologischen Marckschreieyeren, Taschen- Spieleren, Schleicheren, Winckel-Predigern, falschen Propheten, Blinden-Führeren, Splitter-Richteren, Balcken-Trägeren, Mucken-Seigeren, Camel- Schluckeren, und dergleichen, welche sich Zu Christus Aposteln verstellen; Zur geheiligten Übung durch IV. Theil in gewisse Paragraphos oder Schrift- Absätze eingetheilet, auß verschiedenen hierher gehörigen Materien mit Fleiß zusammen getragen, und mit raren Kupffern versehen
Ossia: Squisite curiosità di vecchi e nuovi banditori di nuove teologie, prestigiatori, furfanti, predicatori di strada, falsi profeti, guide per ciechi, giudici di scheggia, portatori di sfortune, misuratori di zanzare, mangiatori di cammelli e simili che si fingono apostoli di Cristo;
Autore del libro Giovanni Nicolao Weislinger (1691-1755). Personaggio importante nella lotta confessionale tedesca, dedicò tutta la sua vita a studiare i punti deboli del pensiero luterano e ad entrare in conflitto con una polemica tagliente ed aggressiva. Fu parroco cattolico di Kappelrodeck.

Editore Martin Wagner che lo stampò ad Augusta e Friburgo nel 1750.
Il libro si presenta perfetto con una elegante rilegatura in cuoio con piatti rigidi, un dorso decorato in oro (sbiadito) e con nervi.
Come antiporta una simpatica vignetta raffigurante il maestro Massimiliano Biber, predicatore luterano, che comunica con un irriverente ostensorio a guisa di giocoliere. Il tutto all’interno di una casa d’abitazione tipicamente tirolese.
Il frontespizio si presenta su due facciate ed è bicolore rosso e nero.

Dopo il frontespizio un’incisione araldica eseguita da Johann Martin Weis (1711-1751) nel 1738.
Tra la pagina 66 e la 67 viene pubblicata un’incisione luterana del 1617 e ripresa nel 1734 dove si divide il mondo in chiaro/scuro, beato/maledetto.
L’incisione vien mostrata qui per far prendere coscienza ai lettori cristiani cattolici di ogni genere (religiosi e laici, di grado superiore o inferiore) ma soprattutto all’imperatore cattolico le nefandezze della predicazione luterana.

L’opera è divisa in due parti da un invalicabile muro. La parola leben (vita) la troviamo incisa sull’arco che consente, con una conversione, di passare dalle tenebre alla luce. Una marea umana di convertiti al luteranesimo sono incamminati verso la gloria accompagnati dalla citazione di Mt 4, 16 ed avendo in testa come guida un monaco predicatore… probabilmente lo stesso Lutero. Due palme sono elevate da questo come vessillo e su queste si legge: “Parola di Dio” e “Via della vita”.
La scia umana crea una via santa delimitata da due scritte tra le quali una richiama la fuoriuscita da Babilonia (Chiesa Cattolica) in Ap 18, 4. Al centro della parte chiara il Crocifisso luminoso come polo d’attrazione della beatitudine “Io sono la via, la verità e la vita” e questo, a sua volta, viene attratto dal Padre “Vieni benedetto”.

La scena si arricchisce di un Battesimo con le citazioni di Ger 16, 26 e Mt 4, 8 “Fons aquæ vivæ” e di una professione di fede “Sola Gratia Fideque salvamur” Sui fianchi della scia umana due gruppi di persone:
– La chiesa dei re e principi elettori “Sal 24”
– La schiera del coro dei martiri “Ap 17,14”
Conclude questa parte nell’angolo in alto a sinistra la figura dell’Agnello e del Risorto “Ap 6, 5”
Se nella parte inferiore dell’opera il muro è superabile grazie alla porta della conversione nella parte superiore è la voce dell’Eterno che, travalica con tutta la sua ira, lanciando la maledizione nel buio mondo dell’idolatria papale.

Al polo glorioso si contrappone quello infernale che fagocita i dannati che si avvicinano attraverso un ponte malfermo. Quattro i punti di partenza di questo ponte: la celebrazione Eucaristica, la vendita delle indulgenze, la vita monacale e le mortificazioni.
Tutt’attorno i vescovi cattolici con volti cadaverici divorano le ignare pecore e calpestano la Bibbia. La Chiesa Cattolica viene qui geograficamente collocata tra i Mari Adriatico e Tirreno e porta il nome di Babilonia con una vistosa maledizione tratta da Zac 5, 3
Sopra la città cavalca la grande prostituta di Ap 17, 1ss ossia la chiesa romana, cattolica ed apostolica circondata dalle sue virtù: superbia, blasfemia, presunzione, tirannia, avarizia, lussuria, sicurezza, persuasione.
Tante citazioni e piccole scene riempiono gli spazi dell’opera tipografica. Non possiamo certo definire questo libro un’opera d’arte in fatto di ecumenismo, ma si rivela importante per comprendere la tensione tra le due confessioni ancora esistente nella Germania settecentesca.

don Marco Camillo Visconti

direttore della Biblioteca del seminario diocesano,

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