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Vi gettò due monetine – commento al vangelo

Dal Vangelo secondo Marco

Commento al Vangelo di Domenica 11 novembre 2018
XXXII domenica del Tempo Ordinario

Protagoniste della liturgia della 32a domenica sono due umili donne, per di più vedove, cioè nella condizione di massima necessità al tempo di Gesù, senza un uomo che badasse a loro. Queste due donne – di cui ci parlano la prima lettura e il vangelo – hanno però un’immensa ricchezza: è la loro fiducia in Dio e la generosità verso i fratelli. Si potrebbe quasi dire che la loro povertà materiale è inversamente proporzionale alla loro ricchezza spirituale!

Tutta la liturgia della Parola ci conduce proprio al vertice del vangelo, preparato dal salmo 146: «Il Signore rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore rialza chi è caduto… Egli sostiene l’orfano e la vedova». Anche il versetto dell’alleluia ci pone nella giusta comprensione: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». Nel vangelo di Marco ascoltiamo il finale di una serie di controversie tra Gesù e i suoi avversari: a pochi giorni dalla passione, essi sono tutti impegnati ad attaccarlo, in vista della sua condanna. La prima parte del brano è così un severo ammonimento contro gli scribi: essi si preoccupano soltanto degli onori e la loro preghiera non è altro che ostentazione, per questo Gesù annuncia la loro condanna. In seguito, nella sala del tesoro del tempio, Gesù osserva un’altra scena: i ricchi mettono molto denaro nelle cassette, mentre una povera vedova ne mette pochissimo.

Abbandonare le sicurezze dei mezzi umani per affidarsi solo a Dio

Da un lato quei ricchi sembrano molto generosi e devoti, ma essi – dice il Signore – danno soltanto qualcosa di superfluo, non di certo il necessario per la loro vita. Forse molti di essi agivano soltanto per farsi vedere o per ostentare una grande fede. La vedova invece ha investito tutta se stessa in quell’offerta, ponendo nel tempio «tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

E Gesù loda quella donna: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri». Il gesto della donna, infatti, dare tutto senza tenere nulla per sé, presuppone una fiducia totale in Dio e nella sua provvidenza, una radicale disponibilità a dare tutto a Dio, sapendo che sarà lui a provvedere per il meglio. Gesù vede nel cuore e per apprezzare la generosità delle persone non misura la quantità di ciò che danno, ma ciò di cui realmente si privano: c’è chi dà solo del superfluo, e chi invece del necessario. Il gesto della povera vedova diventa così un insegnamento per tutti i discepoli del Signore: significa imparare ad abbandonare tutte le sicurezze che vengono dai mezzi umani e dal benessere, per affidarsi unicamente a Dio. Questa è la fede che Gesù chiede a chi lo segue, simile a quella della vedova di Zarepta e dell’umile vedova di Gerusalemme. Di fronte a Dio, infatti, l’unica ricchezza che possiamo vantare è quella di essere disponibili a privarci di quello che abbiamo, poco o molto che sia, per condividerlo con i fratelli.

A cura di don Stefano Tessaglia

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