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La testa e la pancia – Le virtù e i limiti del timoniere

Quando Alberto Colombo fu presentato come nuovo tecnico dell’Alessandria, io ricordai che i cambi di allenatore, in genere, sortiscono due possibili effetti: nessun beneficio quanto la situazione della squadra non è migliorabile (ovvero quando il nuovo è peggio del vecchio), oppure un netto miglioramento nel caso in cui la scelta si sia rivelata azzeccata. Nel caso di Colombo è impossibile non notare che un miglioramento c’e stato, eccome se c’è stato: già, perché l’Alessandria è passata dal fondo toccato perdendo in casa contro la peggiore del girone, cioè l’Arzachena, a quella difesa bunker capace di reggere gli urti dell’attacco della prima in classifica – la Virtus Entella – della formazione con l’offensiva più prolifica del torneo – la Carrarese – o anche di una compagine piena di problemi ma assai gagliarda sul campo quale il Cuneo.

In tutto questo, i Grigi hanno saputo rimontare una rete a Carrara e togliersi la soddisfazione della prima vittoria casalinga, contro la Pistoiese, a quasi sette mesi dall’inizio del campionato. Ma le belle notizie, ahimé, finiscono qui: eh sì perché a fronte di una difesa da primato, bisogna registrare un attacco che riesce a fare poco più di mezzo goal a partita, che raramente tira in porta e che rende la vittoria un miraggio. Sia ben chiaro, non è corretto gettare la croce solamente sui giocatori dell’avanguardia alessandrina ma è indubbio come, nonostante i grandi miglioramenti in termini di personalità e di capacità contenitiva delle altrui folate, l’Alessandria anche dopo un mese di cura – Colombo, continui ad essere la quart’ultima squadra del campionato come ritmo gara giacché, peggio, han fatto solo Arzachena, Albisola e Pistoiese. Quali deduzioni desumere da un simile resoconto? Una sola, che peraltro ribadiamo non da oggi, né da ieri: il progetto giovani di Di Masi non esiste, perché in realtà si è trattato di una mera attività di ridimensionamento di un organico competitivo purtroppo ridotto al ruolo di formazione da bassa classifica. Di Masi deve prenderne atto e, se veramente le sue ambizioni sono sempre quelle della promozione in Serie B, entrare nell’ordine di idee che questa rosa dovrà essere ancora una volta rivista da capo a piedi per tornare a puntare lassù, dove osano le aquile…

Silvio Bolloli

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