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«Sacerdote e pastore di questa nuova comunità»

Chiesa Locale

Don Luciano Lombardi sarà co-parroco della nuova Unità pastorale costituita dalle sei parrocchie di Isola Sant’Antonio, Alluvioni Cambiò, Grava, Piovera, Lobbi e Castelceriolo, insieme con don Gianluca Depretto, che abbiamo intervistato sullo scorso numero di Voce.

Don Luciano, a breve ti sposterai da Santa Maria di Castello, in città, per una nuova responsabilità nella nostra Diocesi. Dimmi la verità: sei contento?

«Sono contento di incontrare queste nuove comunità cristiane, e occuparmi di loro come sacerdote e pastore. Conosco anche la sofferenza della comunità cristiana di Santa Maria di Castello, con cui dal 2019 ho approfondito i rapporti più che con le altre parrocchie del Centro città. E me ne faccio carico… è un distacco un po’ sofferto anche per me».

Che cosa ti fa soffrire di più, in questo distacco?

«Un sacerdote vive con la sua comunità una relazione che si approfondisce nel tempo, e vive in essa anche tante relazioni personali, nate dalla fede e nelle quali si cresce. Doverle interrompere comporta una sofferenza da entrambe le parti, anche se rimane l’amicizia e un rapporto all’interno della comunità diocesana».

Di quello che hai vissuto nelle parrocchie del Centro, che cosa porterai ai fedeli di questa nuova Unità pastorale?

«La bellezza interiore dei volti delle persone che ho incontrato e il cammino di speranza che ho fatto con loro, nel periodo più difficile della pandemia».

Ecco, che cos’è allora la speranza per te, in un momento in cui sembra essercene poca?

«La speranza è camminare con tutti tenendo i piedi ben fermi sulla roccia che è il Signore. Dal punto di vista pastorale, la speranza è stare con le persone e lasciar sbocciare il bello che c’è in loro. Stando attenti ai passi e alle novità che il Signore suggerisce».

Tu sarai co-parroco, insieme con don Gianluca Depretto. Come farete comunione insieme?

«La finalità del nostro servizio pastorale è il bene della gente. E il mezzo è la collaborazione in tutte le forme necessarie: conoscendo le persone e le parrocchie capiremo insieme che cosa è meglio fare».

Le parrocchie sono sei, e voi siete in due. Come ve ne occuperete? Ve le dividerete?

«Non ce le divideremo, ma siamo chiamati a occuparci insieme della vita pastorale di tutte queste parrocchie, che insieme formano un’Unità. Tuttavia, dato che la gente ha bisogno di avere un riferimento preciso, io lo sarò soprattutto per alcune parrocchie, e don Gianluca per le altre. Fermo restando che continuerà a essere prezioso l’aiuto di don Edgardo Moro che risiede a Lobbi, e che gli aspetti ecclesiali e pastorali più importanti saranno vissuti in un’ottica di comunità unica».

Che cosa chiedi ai tuoi nuovi parrocchiani?

«Un rapporto sincero con noi sacerdoti. E la disponibilità ad ascoltarci, capirci e crescere insieme».

E che cosa diresti a chi considera con un po’ di diffidenza queste “novità”?

«Di non preoccuparsi, perché la vita ecclesiale comporta sempre un rapporto stabile col Signore e tutto ciò che è vivo, come questa relazione, cambia e si trasforma continuamente».

Andrea Antonuccio

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