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L’orrore di bucha

Le immagini e le testimonianze del dramma della guerra

Anche nel paginone di questa settimana vi parliamo del conflitto in Ucraina. Oltre alle parole e alle testimonianze, abbiamo deciso di pubblicare immagini forti, crude, da groviglio allo stomaco. Vi mostriamo l’orrore della guerra: non lo facciamo per il gusto di farlo, o per accodarci a chi vuole fare audience con effetti speciali. Lo facciamo perché, mai come adesso, grazie al lavoro di televisioni e giornali, possiamo capire e vedere con i nostri occhi questo dramma.

Noi, che di guerra abbiamo sempre sentito parlare come di un’eco lontana. Noi, che dall’oggi al domani, giorno dopo giorno, siamo stati catapultati in questa tragica realtà, all’interno della “nostraEuropa. Noi, che ci facciamo mille domande e restiamo senza parole di fronte a quei civili fatti a pezzi (letteralmente!) nei sacchi della spazzatura. Certo, in questi giorni sono emersi dubbi e discussioni sulle immagini di Bucha.

Ma due aspetti sono evidenti: il massacro di queste persone e la vera testimonianza nelle parole del Papa. Che sul volo di ritorno da Malta, domenica 3 aprile, rispondendo ai giornalisti, ha detto riguardo al lavoro della Santa Sede in Ucraina: «Stiamo facendo di tutto, ma di tutto, non si può pubblicare tutto quello che facciamo, per prudenza, per riservatezza, ma siamo al limite del lavoro». Basta questo. Bastano queste parole e queste immagini, senza polemiche o dietrologie: desideriamo proporle alla vostra intelligenza e al vostro cuore.

Le parole del Papa

«Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina, anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha: crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al Cielo e implora: si metta fine a questa guerra! Si facciano tacere le armi! Si smetta di seminare morte e distruzione! Preghiamo insieme per questo…

E ieri, proprio da Bucha, mi hanno portato questa bandiera. Questa bandiera viene dalla guerra, proprio da quella città martoriata, Bucha. E anche, ci sono qui alcuni bambini ucraini che ci accompagnano. Salutiamoli e preghiamo insieme con loro. Questi bambini sono dovuti fuggire e arrivare a una terra straniera: questo è uno dei frutti della guerra. Non dimentichiamoli, e non dimentichiamo il popolo ucraino. È duro essere sradicati dalla propria terra per una guerra».

Udienza generale di mercoledì 6 aprile 2022, Aula Paolo VI

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