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Nel Triduo di San Francesco una proposta “alternativa”

Chiesa locale

Padre Lorenzo Tarletti (nella foto in alto, il primo a sinistra), moderatore della unità pastorale Sette Chiese di Alessandria, è uno dei tre frati che vivono, pregano e operano nella Casa San Francesco, dove si trova il Santuario del Sacro Cuore di Gesù, tradizionalmente legato alla presenza dei frati cappuccini nella nostra città. Lunedì 2 ottobre, a partire dalle ore 20, padre Lorenzo e i suoi confratelli (padre Giorgio e padre Daniele Noè) faranno una proposta “alternativa” ai giovani della nostra Diocesi. Ci siamo incuriositi, e abbiamo chiesto qualche spiegazione in più (rispetto alla locandina che trovate a pagina 14).

Padre Lorenzo, di che cosa si tratta?

«È un invito rivolto in occasione del Triduo che prepara la Festa di San Francesco del 4 ottobre. Abbiamo pensato di far conoscere ai giovani la nostra realtà e il nostro carisma: da qualche mese siamo pienamente responsabili del Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù, e crediamo che questo, dopo la Gmg di Lisbona, sia effettivamente un momento di grazia».

In cosa consiste il Triduo?

«Sono tre giorni, l’1, il 2 e il 3 ottobre, in cui ci prepariamo alla Festa di San Francesco, riservandoci del tempo innanzitutto per la preghiera. Oltre a questo, domenica 1° ottobre alle 21 nel Santuario ci sarà un concerto con il Maestro Gian Luigi Prati, coadiuvato da Magda Buratti: a loro abbiamo chiesto di interpretare alcune preghiere del Poverello di Assisi. Il 2 ottobre ci sarà l’Apericena, di cui parlerò fra poco, mentre il 3 vivremo il “Transito di San Francesco”, la preghiera che ci ricorda memoria i suoi ultimi momenti di vita. Ci aiuteranno nell’animazione gli amici dell’Associazione San Francesco, che rappresenta da sempre il laicato operoso del nostro Santuario».

Che Apericena avete in mente?

«È un modo semplice e diretto per stare insieme, con davanti qualcosa da mangiare e da bere in compagnia. La serata ha l’obiettivo di confrontarci, tra noi innanzitutto, e con alcuni ragazzi che ci racconteranno la loro storia. Una storia forte e drammatica, di conversione che passa attraverso molte sofferenze. Sono persone che in passato hanno pensato di trovare nelle lusinghe del mondo la loro soddisfazione, e invece sono cadute nell’inferno. Come nel 1205 il giovane Francesco, di famiglia nobile e ricca, si era lasciato coinvolgere nell’illusione di diventare un grande cavaliere… ma la sua felicità vera l’ha trovata nell’incontro con Cristo nei poveri. Questa è stata la sua ricchezza. E quello che è importante capire è che la grazia del Signore prevale, e ci può dire come è possibile ancora oggi fare un’esperienza e un cammino caratterizzati dalla gioia di essere figli di Dio. Mentre tutto il mondo rema contro…».

L’invito è rivolto solo a chi è stato alla Gmg?

«Non solo, ma anche agli studenti delle Superiori di Alessandria, che abbiamo invitato tramite i loro docenti di Religione. Chi desiderasse partecipare a questo momento può comunque farlo, confermando la propria presenza ai recapiti indicati sulla locandina».

Che cosa ha da dire il carisma francescano ai giovani di oggi?

«Sicuramente, nella proposta di vita fraterna si vuol dire a questo mondo che nello stare insieme si possono realizzare tanti progetti. Nello specifico, quello di far conoscere ai giovani anche la dimensione del servizio nei confronti dei più poveri. La Casa San Francesco, ospitando e animando una mensa “storica” per i bisognosi, può essere una tappa importante di approccio per conoscere la nostra vita francescana, fatta di servizio, accoglienza e ascolto. E aggiungo questo: al termine dell’Apericena, inviteremo i giovani a vivere il giorno successivo la preghiera del “Transito”».

Che cosa non sappiamo di San Francesco, e invece crediamo di sapere? C’è qualche “fraintendimento” che potrebbe essere corretto o spiegato?

«Al di là di quanto molti pensano, San Francesco non è stato forse un grande oratore ma ha saputo comunicare attraverso gesti concreti il Vangelo, che ha incarnato con la sua vita. Una vita che è stata, ed è ancora oggi, una testimonianza di carità fatta di gesti concreti. Ecco, questo è il motivo per cui facciamo l’Apericena di lunedì 2 ottobre: vi aspettiamo per vivere insieme questo momento fraterno».

Andrea Antonuccio

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