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Anche “Io resto a casa”

“Il punto di vista” 

di Adriana Verardi Savorelli

“Io resto a casa!”. Obbedisco a questo monito che da più giorni ci viene trasmesso dai vari mass-media come norma di comportamento, per tentare di ridurre o fermare il contagio del coronavirus ,che spaventa perché ancora non si conosce la cura medica adatta per sconfiggerlo e semina vittime dovunque. Abito in città e in questi giorni di tiepido sole primaverile ho pensato che va bene camminare parecchie volte, avanti e indietro, sulla terrazza.

Un rimedio consolatorio… Baciata dal sole “m’illumino d’immenso”. Sì, penso alla celebre poesia di Ungaretti e guardo al mondo in modo diverso in questo doloroso tempo che stiamo vivendo. Guardo al bello che esiste nelle persone. Inizio da papa Francesco che seguo ogni mattina, alle ore 7 su Tv2000, quando celebra la Messa a Santa Marta e che, nonostante l’età avanzata, è andato e penso andrà ancora dopo questa forzata pausa, dovunque c’era bisogno di vicinanza affettiva, parole e gesti concreti di solidarietà; là dove vivono i dimenticati, i più poveri e più sofferenti, è misericordioso con tutti.

La sua presenza in questo mondo è luce dove c’è oscurità! Penso ai bravi sacerdoti che amano il prossimo come o più di loro stessi e s’impegnano ad aiutare in tanti modi creativi soprattutto le persone più fragili, soggette alla paura per il futuro. Per i lontani a volte bastano semplici messaggi, tramite WhatsApp, per ridare fiducia o per correggere fraternamente. Noi laici abbiamo bisogno di valide guide spirituali per camminare insieme lungo la Via Maestra e c’illuminiamo di luce vera.

Ricordo i Santi della porta accanto di cui nessuno parla perché non fanno rumore, agiscono nel nascondimento senza farsi pubblicità; sono vicini ai bisognosi con gesti concreti, anche solo con un sorriso, una carezza, una parola di conforto. Una luce bellissima arriva dai tantissimi medici e operatori sanitari che senza sosta soccorrono i malati afflitti da questo killer ignoto rischiando pure d’essere contagiati e di morire. Poi ci sono i Santi conosciuti che la Chiesa ha innalzato sugli altari e sono una schiera infinita…

Illuminano questo mondo tormentato che vive di troppe illusioni e ha bisogno di Verità. Sono come fari accesi giorno e notte sull’immensità del mare, di quel mare che tutti dobbiamo attraversare nell’unica barca che ci porta lontano, verso il traguardo finale e che non può naufragare. Penso in particolare a una Santa dei nostri tempi, Madre Teresa, ritornata alla Casa del Padre nel 1997, che con il sorriso sulle labbra è pronta ad accogliere i morenti rifiutati da tutti, là sulle strade indiane della miseria dove l’essere umano è nessuno. Lei ridà la dignità perduta a chiunque, senza distinzione di razza, lingua e religione; nel fratello o sorella sofferenti lei vede sempre Gesù Cristo. La Santa della carità e della misericordia, una luce sublime!

Ognuno di noi ha i propri ricordi di persone sante, presenti e passate, che con la loro testimonianza ci aiutano ad andare avanti con serenità, sicuri che questa tempesta passerà. Adoperiamo saggiamente questo tempo illuminandoci d’immenso…

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