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Il Natale degli Invisibili

Non ha fine il dramma dei migranti sulle rotte verso l’Unione europea

Lo scorso febbraio, sul numero 4 di Voce, vi avevamo raccontato il dramma dei migranti, al confine tra Bosnia-Erzegovina e Croazia, che tentano di entrare nell’Unione europea attraverso la cosiddetta “rotta balcanica“.

Abbiamo deciso di ritornare su questo argomento, che non scade mai (perché l’emergenza umanitaria dei migranti continua, sempre, come nel mar Mediterraneo), parlandovi anche di un altro dramma, sempre più urgente in questo 2021: la “rotta orientale“. Qui, al confine tra Bielorussia e Polonia, migliaia di migranti tentano l’ingresso nel territorio dell’Ue, spinti e “aiutati” (anche con visti turistici) dal governo di Minsk.

Un gioco politico che ci siamo fatti raccontare meglio da Nello Scavo (per leggere l’intervista completa clicca qui), giornalista di “Avvenire“, che per il quotidiano cattolico è inviato speciale in quei territori di frontiera.

Poi, qui sotto, troverete le parole di papa Francesco durante il viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, dal 2 al 6 dicembre. Le frasi di Francesco, dure come ceffoni, fanno emergere tutta la sua delusione nei confronti dell’Unione europea. Un punto di non ritorno, di cui tutti (anche noi, nel nostro piccolo) siamo responsabili. Buona lettura!

L’approfondimento

  • FRONTIERA ORIENTALE
  • ROTTA BALCANICA
  • MAR MEDITERRANEO

L’emergenza sulla “frontiera orientale” è diventata più acuta a causa delle tensioni tra Unione europea e Bielorussia, interessando anche i Paesi confinanti. Per Frontex, dal 2016 al 2020, c’è stata una media mensile di 74 migranti che hanno provato a entrare nel territorio Ue. Ma, da gennaio a settembre 2021, il valore medio è salito a 720 (solo a luglio registrati 3.234 ingressi). Secondo Guardia di frontiera polacca e International organization for migration, nel 2021 sono circa 8 mila i migranti entrati in quei territori. Di questi, 2 mila sono stati fermati e rimpatriati. Si contano 15 morti, ma le vittime potrebbero essere molte di più. I migranti provengono per lo più da Iraq, Afghanistan e Siria: tra loro anche donne e bambini.

Le parole del Papa

«Noi ci lamentiamo quando leggiamo le storie dei lager del secolo scorso, quelli dei nazisti, quelli di Stalin, ci lamentiamo quando vediamo questo e diciamo: “Ma come mai è successo questo?”. Fratelli e sorelle: sta succedendo oggi, nelle coste vicine! Posti di schiavitù. La migrazione forzata non è un’abitudine quasi turistica: per favore! E il peccato che abbiamo dentro ci spinge a pensarla così: “Mah, povera gente, povera gente!”. E con quel “povera gente” cancelliamo tutto. È la guerra di questo momento, è la sofferenza di fratelli e sorelle che noi non possiamo tacere. Questa è la storia di questa civiltà sviluppata, che noi chiamiamo Occidente».

Venerdì 3 dicembre.
Preghiera ecumenica con i migranti
Chiesa parrocchiale di Santa Croce
a Nicosia (Cipro)

Da anni in Bosnia, al confine con la Croazia, migliaia di migranti cercano di entrare nell’Unione europea attraverso la “rotta balcanica“. Sono pakistani, afgani, bengalesi e turchi, tra loro giovani e bambini. Nel 2021, secondo i dati di “Danish refugee council”, 8.128 persone hanno denunciato un respingimento dal confine croato. Ma questa emergenza riguarda anche noi: il confine con l’Italia, a Trieste, dista poche ore di macchina. E chi riesce a passare, viene poi respinto alle porte dell’Ue. Sono così centinaia i migrantiriammessi” dal nostro Paese in Slovenia, e a catena fino alla Bosnia. In mezzo al freddo e alla violenza della polizia, denunciata dai profughi ed emersa da testimonianze e foto, sono in tanti a trovare la morte.

Le parole del Papa

«Ora è di moda fare muri o fili spinati per impedire l’accesso. La prima cosa che io direi a questi è: “Pensa al tempo in cui tu eri migrante e non ti lasciavano entrare. Eri tu che volevi scappare dalla tua terra e adesso sei tu a volere costruire dei muri”. Chi costruisce muri perde il senso della storia, della propria storia. Coloro che costruiscono dei muri hanno questa esperienza, almeno una gran parte: quella di essere stati schiavi. Ma i migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati. Se un governo non può accogliere oltre un certo numero, deve entrare dialogo con altri Paesi. Per questo è importante l’Unione europea».

Lunedì 6 dicembre 2021,
il Pontefice risponde alle domande dei giornalisti nel viaggio, in aereo, di ritorno dalla Grecia

Migranti e richiedenti asilo provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente utilizzano la rotta del Mediterraneo per entrare nell’Unione europea irregolarmente. Viaggi lunghi e pericolosi dall’Africa settentrionale, attraverso la Libia in cui si sviluppano reti del traffico e della tratta di esseri umani. Secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), nei primi 11 mesi del 2021 sono arrivati in Europa via Mediterraneo circa 113 mila migranti. Mentre, per le cifre del progetto Missing Migrants di Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), solo nel 2021 si stima ci siano oltre 1.500 vittime. Per un totale di quasi 18.500 morti in mare dal 2014 a oggi.

Le parole del Papa

«Il Mediterraneo, che per millenni ha unito popoli diversi e terre distanti, sta diventando un freddo cimitero senza lapidi. Questo grande bacino d’acqua, culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte. Non lasciamo che il “mare nostrum” si tramuti in un desolante “mare mortuum”, che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro! Non permettiamo che questo “mare dei ricordi” si trasformi nel “mare della dimenticanza”. Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!».

Domenica 5 dicembre 2021,
visita al campo profughi di Kara Tepe
nell’isola Lesbo

Leggi anche l’intervista a Nello Scavo di “Avvenire”:

Leggi anche gli approfondimenti sulla “rotta balcanica”:

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