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«Guerra e pandemia: solo insieme possiamo salvarci»

Martedì di Quaresima

Martedì 22 marzo hanno avuto inizio i tradizionali Martedì di Quaresima, proposti dalla Diocesi di Alessandria, in collaborazione con il Centro di cultura dell’Università Cattolica e il Movimento ecclesiale di impegno culturale di Alessandria.

I Martedì si articolano nei tre classici incontri: questo primo, “La fede cristiana, tra pandemia e guerra” con il nostro vescovo Guido; il secondo, martedì 29 marzo sul tema “Salute e sanità, oggi e domani”, con Mariella Enoc (in foto qui sotto), presidente dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma; l’ultimo, il 5 aprile, con Renato Balduzzi su “Giustizia e magistrature: come riprendere fiducia”.

Gli incontri di quest’anno, ha ricordato il professor Renato Balduzzi, si sono voluti intitolare “Dialoghi in Quaresima“, proprio perché, partendo dalle sollecitazioni di un intervistatore, si permette poi al pubblico di esprimere liberamente curiosità e domande, in dialogo con l’ospite.

Tra pandemia e guerra, ha esordito l’intervistatrice Ketti Porceddu (direttore della redazione di Alessandria di Telecity), di domande ne portiamo molte nel cuore, domande rivolte anche alla fede, e si è iniziato così proprio dal vescovo, come è giusto che sia per la comunità diocesana. Di fronte alla guerra, è stata la prima riflessione di monsignor Gallese, l’uomo spiazzato interroga se stesso e interroga Dio, poiché istintivamente non può sopportare la presenza del male nel mondo e nella sua vita.

Nella malattia, di fronte alla morte o nella percezione del suo limite, l’uomo fatica a trovare una risposta e la domanda più naturale che nasce nel cuore è: dov’è Dio in tutto questo? Come si relaziona con le nostre sofferenze quel Dio che non è intervenuto nemmeno di fronte alla morte del suo Figlio? Eppure, ha ricordato il Vescovo, se guardiamo alla croce di Gesù, scopriamo che lì è Dio, lì Dio si è lasciato condannare a morte, lì sta accanto ad ogni uomo sofferente.

Sta in questo la vera rivoluzione, non di certo armata, portata da Gesù Cristo: un cambio radicale di prospettiva, una conversione e un modo diverso di guardare alla realtà del mondo. Lo capiamo proprio nei momenti difficili come quello che stiamo vivendo, in cui le soluzioni del nostro pensare ordinario non bastano più. Solo la vita vissuta in altro modo, allora, assume un senso più vero e probabilmente oggi il Signore chiede che intraprendiamo un cammino di comunità differente. La nostra società, infatti, corre a passi rapidissimi verso l’individualismo più chiuso ed è questa la vera pandemia del nostro tempo. Solo insieme, invece, e papa Francesco lo ricorda spesso, possiamo salvarci; soltanto insieme a fratelli e compagni di strada, parlando e confrontandosi, si scopre la profondità spirituale delle cose della vita e che l’amore condiviso è la soluzione vera al male presente nel mondo.

Dobbiamo credere, ma sul serio, ha concluso monsignor Gallese, alla forza dell’unirsi assieme, anche nella preghiera, per domandare a Dio il dono del bene, come ha chiesto il Papa, per esempio per la guerra in corso in Ucraina, e come faremo venerdì 25 in Cattedrale, a partire dalle 18.20.

Don Stefano Tessaglia
assistente spirituale Meic Alessandria

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