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La recensione – Si salvi chi vuole

Si può conciliare lo status di monaca con quello di madre di famiglia? Sì, secondo quanto scrive la giornalista Costanza Miriano in Si salvi chi vuole (Sonzogno, pp 153, euro 15). Ovviamente non bisogna intendere l’espressione in senso letterale: monaco è, secondo il libro, «la persona le cui azioni hanno tutte un unico centro, e a quello tendono sempre a ritornare» (p. 13) e «uno che si lascia scomodare dagli altri, che ha il cuore aperto e pronto ai bisogni, che obbedisce alle circostanze con docilità, non perché sia bravo ma perché, nella preghiera e grazie ai sacramenti, nella Parola e grazie alla Chiesa, ha scoperto una sovrabbondanza di amore da parte di Dio, immeritato e struggente, quell’amore che, solo, ti può far desiderare di prenderti cura, ti spezza il cuore di tenerezza, tanto è sproporzionato, e ti toglie la voglia di giudicare gli altri» (p. 128); «essere monaci significa riservare un tempo, uno spazio, una possibilità a Dio per farsi ascoltare, e per mettere a tacere le altre voci» (pp 38-39). Con uno stile estremamente umoristico, che rende avvincente e scorrevole la lettura, il volume propone cinque pilastri per edificare una cattedrale interiore. Si tratta della Parola di Dio, che va letta e meditata, della preghiera, cui va dedicato un luogo e un tempo precisi affinché non sia sopraffatta dagli impegni quotidiani, della confessione («L’unico modo per nascondere i peccati è dirli tutti, perché l’unico che può intervenire sul passato è Dio, e finché qualcuno non se li prende su di sé, quelli stanno lì», p. 91) con la guida di un padre spirituale, dell’eucaristia, cui l’autrice partecipa tutti i giorni, del digiuno, pratica fuori moda che però «ci fa toccare con mano che non bastiamo a noi stessi, e che di solito riempiamo il nostro vuoto con altro» (p. 115).
Insomma, in un percorso pieno di esemplificazioni sui continui slalom di una mamma lavoratrice di oggi, il testo conduce a riflettere sul senso della vita, senza nascondere una chiara opzione per la proposta cristiana, vissuta non in un vacuo misticismo che rende avulsi dalla realtà ma in un’esistenza in cui l’amicizia con Cristo trasfigura ogni azione e il rapporto con gli altri.

Fabrizio Casazza

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