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Il punto di vista – Ama la tua parrocchia

“La legge fondamentale del servizio è l’umiltà. Non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà. Accetta anche di essere messo da parte se il bene di tutti ad un certo punto lo richiede, ma non incrociare le braccia, impegnati anzi nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti e non ti venga in mente di fondare un partito di opposizione. Non crederti originale. Così fanno già quasi tutti e dappertutto…”.

Questo cartello, messo in evidenza davanti alla porta della sacrestia della chiesa di San Michele, non può passare inosservato. Già da tempo l’avevo notato e letto. L’autore di questi pensieri è il parroco don Ivo. Grazie a lui tutti siamo invitati a riflettere. Umiltà: parola desueta che pare appartenga solo al vocabolario della lingua italiana. Ai più quasi sconosciuta in una società dove l’apparire è imperante. L’umiltà richiede nascondimento e silenzio durante il nostro servizio alla comunità che si spera sia buono. Noi, invece, desideriamo molto apprezzamenti, lodi e se non ne riceviamo restiamo delusi e amareggiati. “Applausi!”. Ecco, nel nostro inconscio così vorremmo essere ricompensati… applausi e ancora applausi!

Come se fossimo noi soli ad agire per il bene comune. “Come te non c’è nessuno…” gradiremmo sentircelo dire! Certamente se qualcuno si accorge del nostro buon servizio siamo contenti e incoraggiati a fare di più e meglio, ma sarebbe bene che Paganini non ripetesse… per non farci cadere in tentazione. Io, io, io… ho belle idee che voglio far valere. Voce del verbo volere, quasi uguale a imporre… non ci rendiamo conto, forse, che questa testardaggine non è altro che ambizione. Essere anche messi da parte se il bene di tutti ad un certo punto lo richiede… ma come è possibile, dopo tutto quello che ho fatto? Che ingratitudine! Non faccio più niente e via con i commenti malsani… Accettare di non essere più sul piedistallo, che ci siamo creati abusivamente, è impresa difficile per noi abituati a trovare sempre giustificazioni a nostro favore. Ottimo consiglio di non incrociare le braccia e magari invito a non allontanarci dalla nostra comunità… per andare dove? Nessuna comunità è perfetta, ma perfettibile. Impegnarci nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti… questa è follia… per i superbi certo! La parola umiltà ritorna forte e chiara. Se non diventiamo umili non conosceremo mai la sapienza del cuore! Fondare un partito di opposizione… ce ne sono così tanti nel mondo e uno in più non guasta… Invece no! È inutile e dannoso perché fa sprecare energie preziose. Non siamo originali se imitiamo i cattivi esempi.

Già tanti e dovunque fanno a gara per creare divisione. Noi dobbiamo cercare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide. Alziamo gli occhi al cielo o meglio diventiamo “strabici”, come dice il caro don Luigi Ciotti, con un occhio al cielo e uno alla terra. L’una e l’altra visione sono indispensabili ai cristiani coerenti. Così amiamo la nostra parrocchia. Anno nuovo, vita nuova per tutte le donne e gli uomini di buona volontà!

Adriana Verardi Savorelli

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