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Indifendibili

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

È dall’inizio del Campionato, ma sarebbe meglio dire dal termine della passata stagione, che le attenzioni di tutto il mondo calciofilo alessandrino si sono concentrate su una sola persona, quella di Luca Di Masi, il quale è riuscito nel non semplicissimo compito di spaccare in due il prefato volgo tra sostenitori e accesi detrattori.

Ciò ha portato a non focalizzare a sufficienza l’attenzione su coloro i quali, con quasi sistematica cadenza settimanale, sono sin qui scesi in campo con la grigia casacca e sono i veri, ultimi, responsabili dell’andamento di una stagione. Non è una novità: sovente, nei momenti di crisi societaria, l’attenzione rispetto a quanto accade sul campo è distolta (e non è una buona cosa) e si tende a giustificare qualsiasi tipo di prestazione perché, secondo l’assunto, chi gioca sta comunque facendo miracoli.

Ma è un grave errore, in quanto fonte di alibi per i giocatori e, talvolta, di clamorosi errori di valutazione. Più o meno questo è quello che sta accadendo in casa Alessandria Calcio ove i tifosi si sono resi conto, forse tardivamente, al termine dell’ultima, deludente, prestazione casalinga, dell’indifendibilità del rendimento dei loro ormai ex beniamini, clamorosamente messi a nudo dalla disastrosa prestazione di Olbia, segnatamente nel secondo tempo.

Volendolo si possono trovare giustificazioni a non finire, questo e’ ovvio, ma ritengo che una gestione delle partite quale quella cui abbiamo troppe volte assistito, peraltro da parte da parte di professionisti che stanno disputando la Terza Serie del Campionato italiano, sia semplicemente inaccettabile. Di Masi può avere tutte le colpe del mondo ma è ora che chi scende in campo si dia una svegliata.

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