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Bucha, Irpin, Mariupol e Izium (per non distrarsi)

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

sono iniziati nella nostra diocesi i “Laboratori di fraternità”, voluti dal nostro Vescovo per far partire con il piede giusto le Unità pastorali. I Laboratori, nelle intenzioni di monsignor Gallese, sono i “cuori pulsanti” che animeranno le comunità. Ne parliamo con lui nell’intervista qui a lato.

A pagina 11 ritorna la rubrica dedicata all’Angelus di papa Francesco, che domenica scorsa è intervenuto sul conflitto in Ucraina: «Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai!».

E ancora: «È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo». Il Santo Padre ha ragione: è assurdo.

Ma anche la nostra giornata, se dimentica quello che accade nel mondo, rischia di essere ancora più assurda. Non possiamo non provare struggimento di fronte alla tragedia in Ucraina. Non possiamo portare avanti le nostre cose (anche quelle buone, anche quelle “cattoliche”) senza ricordarci che, mentre io scrivo e voi leggete, un bambino sta morendo per una bomba, o una mitragliata. Una guerra assurda, certo: ma a mio avviso meno assurda di chi vive nella distrazione, il vero, grande peccato dell’uomo di oggi.

Il Covid lo abbiamo praticamente archiviato (ve ne siete accorti?). E se non fosse per le bollette rincarate o per un (probabile) inverno al freddo, avremmo già dimenticato anche l’Ucraina e i suoi abitanti. Meno male che c’è il Papa.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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