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La Valle di Ledro e il suo piccolo paradiso

“Pan&vino” di Roberto Formica

Alla “Baita S. Lucia da Fritz”: qualità e felicità

L’Italia è ricchissima di meraviglie storiche, artistiche, naturali, gastronomiche. E questo lo sanno benissimo in giro per il mondo, tant’è che le conseguenze che ne derivano ne sono la dimostrazione. Da un lato un aumento considerevole del turismo internazionale nel bel Paese, dall’altro la consapevolezza degli altri Paesi che il nostro potrebbe reggersi quasi interamente su questo mercato (aspetto non gradito ovunque…). La cosa grave è che noi stessi, noi italiani, non conosciamo neppure un terzo di questa ricchezza. Un esempio. Il lago di Ledro, in Trentino (appena 15 chilometri da Riva del Garda), è un piccolo gioiello incastonato in una valle rigogliosa a 650 metri di altitudine.

Nei paesi che vi si affacciano un susseguirsi di piccoli hotel e graziosi b&b, la passeggiata (di 10 km.) che costeggia il lago, le spiagge verdi dotate di ogni comfort (l’acqua è balneabile), gli sport acquatici, la pesca, il trekking, il villaggio di palafitte ricostruito dopo importanti scoperte archeologiche…Cosa desiderare di più? Una cucina degna di tanta bellezza. C’è. Si trova a Bezzecca, frazione del comune di Ledro e poco distante dalla vicina Pieve di Ledro, in un sogno chiamato “Baita Santa Lucia – da Fritz” (tel. 0464591290; chiuso lunedì), che dal 1964 è il tassello gastronomico più importante di questo bel mosaico. Qui i fratelli Pregl regalano emozioni forti e sono forieri di una qualità che si dimostra “semplice” come la felicità. In cucina Claudio è un maestro nell’esaltare la schiettezza dei sapori e dei profumi: l’eleganza del salmerino affumicato è tale da valere il viaggio, il carpaccio di carne salada (di propria produzione) servito con scaglie di formaggio di malga è da encomio, la ricetta della zuppa di goulasch che si tramanda in famiglia è da standing ovation.

E poi canederli da manuale: al radicchio rosso con fonduta, al sugo di cervo o serviti in brodo. Tra i secondi spicca la suadente morbidezza dello stinco di maiale al forno con crauti e polenta, ma non perdetevi assolutamente lo spezzatino di cervo con polenta, la carne salada con fasoi, la polenta con funghi misti. Mentre Annelise, regista impeccabile di sala e cantina, vi farà scoprire etichette sbalorditive di piccoli produttori enoici ed eroici, bandiere di un Trentino da premiare maggiormente. E dopo un’eccellente chiusura con lo strudel di mele, il tiramisù o il “pastroc” (coppa gelato con caffè, liquori e panna), chiedetele un distillato di radici di genziana o di imperatoria, di ginepro, di rosa canina o di ribes nero della storica distilleria Giovanni Boroni di Spiazzo (Tn), alto esempio di un’Italia artigiana del gusto che ci rende unici al mondo. Siamone orgogliosi, oltre che golosi. Prosit.

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