Una intelligente sapienza femminile

Il ricordo

La dottoressa Luciana Martinetti aveva il dono della parola. Agli incontri del Centro di cultura dell’Università Cattolica il suo intervento non mancava mai di sottolineare qualche aspetto importante, di interrogare il relatore e l’uditorio anche su ciò che sembrava più scomodo o meno scontato. All’Università della terza età (ora “delle tre età”), che ha animato per tanti anni, le sue parole sapevano ringraziare, ma anche stimolare chiarezza, non facevano sconti a nessuno, ma erano sempre inclusive. Sempre presente agli incontri dell’Associazione Cultura e sviluppo, sapeva parlare con la stessa schiettezza al relatore illustre come all’amico di lunga data.

Luciana ha dato molto alla nostra città, senza mai pretendere particolari riconoscimenti. Vorrei qui ricordare la sua capacità di parola e di gesto nel privato. Ricorderò tre episodi, in momenti diversi della mia vita. Il primo ricordo che ho di lei risale alla mia infanzia. Venne a trovare mia madre, ormai alla fine dei suoi giorni dopo una devastante malattia. Non ho conservato nessuna parola di quell’incontro al quale non fui ammessa, ma ho davanti agli occhi un mazzolino di rose bianche, piccolissime, così bello che è ancora presente oggi tra le immagini consolatorie di quei giorni tristi.

Più tardi mi fu vicina quando nacque la mia ultimogenita, Teresa. Un giorno la vide pregare in Cattedrale con le mani giunte e venne a trovarmi, portando in dono per lei un piccolo prezioso rosario: “Per la bambina che prega con le mani giunte”. Un modo dolce per entrare in sintonia con quel grazie per quella nascita che, un po’ tardiva e dunque piena di apprensione, aveva portato con sé.

Ultimo ricordo, quando mio marito fu nominato ministro. Mi chiamò al telefono e parlò a me con saggezza e sensibilità femminili. Conservo le sue parole come le più care e quella raccomandazione apparentemente strana, «tu devi tenere la barra dritta», me la sono ripetuta spesso. Parole e gesti, dunque, un’intelligente sapienza femminile, dono per il quale ringraziamo il Signore, e lo preghiamo che ora anche lei possa contemplarlo nella sua luce.

Barbara Viscardi

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