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NT, ma cosa mi dite mai?

Collezionare per credere

In un supermercato, quasi per caso, mi sono imbattuta nelle nuove minifigures di Topo Gigio e ho scoperto, con rassegnato stupore, che perfino lui ha già fatto un tuffo nel metaverso! Infatti, a fianco del personaggio che vende tavole da surf, con tanto di casetta in miniatura (come quelle artigianali che trovate alla pagina FB “Le miniature di Claudia”), il topolino parlante tanto amato, che ci rimanda a epoche lontanissime, fatte di una tv agli albori, per non dire in bianco e nero, ostenta già i tipici occhialoni del metaverso! E così pure i Simpson o la neonata serie dei “Metazelis”, che promettono ai loro seguaci, immersioni in prima persona, in realtà aumentata, nel contesto videoludico di Zelltia, localizzando l’energia Zells nella propria città con un semplice smartphone… Nel gaming la simulazione di guida ha raggiunto, già da tempo, tramite un combinato di software e hardware, un grado tale che i piloti reali per allenamento e virtuali utilizzino gli stessi strumenti! In un gioco di simulazione di navigazione a vela come “Virtual Regata”, si utilizzano in comune fra reale e virtuale, alcuni strumenti di navigazione strumentale.
Le tecnologie del metaverso attuali, proprio per la caratteristica di essere una piattaforma non specializzata su una certa attività come il game, non permettono ancora un grado di realismo notevole. Al momento siamo calati nella realtà virtuale come sguardo, ma tutti gli altri sensi sono inutilizzati: infatti il corpo non ha voce in capitolo e non lo avrà ancora per molto. Esiste, tuttavia, nell’habitat virtuale un’amplissima casistica di attività sociali simulate, dalla moda al viaggio, dall’ arte al real estate, dal convegno alla formazione. A questo riguardo, basta citare il primo “Digital Forum” alessandrino che il Lab121 di via Verona organizzerà a breve in città (il sito “Eccodigitalforum.it” illustra tutto nel dettaglio). Un altro baluardo delle NT (nuove tecnologie) è rappresentato dal “Meet Center” di Milano. Come mi riferisce un suo gentile portavoce, il Dott. Stefano Lazzari, “in questo frangente non si parla d’altro che d’Intelligenza artificiale; è molto promettente come innovazione, ma anche piena di incognite e di complessità che devono essere valutate attentamente, affinché l’innovazione possa dare buoni frutti. È il dilemma di Collingridge (quando il cambiamento è ancora facile non ne comprendiamo la necessità.
Quando il bisogno di un cambiamento è evidente, è ormai difficile e costoso introdurlo): dovremmo essere pronti quando si dovrà ricorrere al cambiamento della rotta di una tecnologia come l’intelligenza artificiale”. Il collezionismo, profetizza la sottoscritta, non diventerà mai artificiale dato che nessun raccoglitore accetterebbe di assemblare la propria collezione senza la sua mente, decisamente “robotica”! Le app che registrano i sogni, invece, troveranno numerosi dreams fra gli appassionati collezionisti, statene certi!

Mara Ferrari

 

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