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Solidarietà e amore, prima medicina per i malati

“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli

In occasione della festa liturgica, 8 marzo, ho scritto la storia di San Giovanni di Dio, Fondatore dell’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli. Oggi desidero scrivere della missione di carità che è portata avanti dai religiosi, la grande famiglia ospedaliera presente in 50 Paesi dei cinque Continenti. Il concetto fondamentale della loro missione è l’Ospitalità che include l’accoglienza, la promozione della salute, l’accompagnamento e l’impegno verso le realtà più vulnerabili di ogni tempo e luogo.

I Fatebenefratelli sono presenti anche nei Paesi meno favoriti, si basano sul principio della sussidiarietà e, mossi dallo spirito missionario, suppliscono alle carenze esistenti a livello locale in ambito sanitario e sociale. Sono al servizio dei malati in generale e di quelli mentali in particolare. Accettano i limiti della scienza evitando qualsiasi forma di accanimento terapeutico e tutto ciò che può ledere la dignità della persona. Con questo spirito sono state promosse e avviate unità di cure palliative per malati di Aids, Alzheimer e altri ancora. È assicurata l’umanizzazione degli interventi sanitari fino al termine della vita.

Promuovono e praticano il rispetto di altre posizioni e credenze e incoraggiano il dialogo, senza mai venir meno alla loro identità cristiana. Puntano sulla convivenza multiculturale e interreligiosa, ponendo particolare attenzione all’accettazione del fenomeno migratorio.

In una recente intervista fra’ Dario Vermi, postulatore generale dell’Ordine, ha espresso, tra l’altro, questi pensieri: «Degli insegnamenti di San Giovanni di Dio rimane tutto. Se dopo cinquecento anni nella storia della Chiesa e della società ci siamo ancora è perché siamo riusciti a rimanere fedeli al mandato del nostro Fondatore, cioè di riportare al centro dei nostri ospedali il malato come persona che deve essere compresa e curata. Papa Francesco, quando ha incontrato i partecipanti al capitolo generale del nostro Ordine, nel febbraio 2019, ci ha ricordato che le nostre strutture devono essere locande al servizio della vita, della tenerezza e dell’attenzione che dobbiamo alle vittime dello scarto della società».

Siamo in tempo di pandemia e il Covid-19 lascia i suoi disastrosi effetti. Molti malati ricoverati hanno sperimentato il doloroso isolamento dai loro parenti e amici cari, non hanno ricevuto neppure una carezza di conforto, ma i Fatebenefratelli non sono impreparati di fronte a queste situazioni e danno tutto l’Amore necessario per colmare quel vuoto sentimentale. È la prima medicina di cui i malati hanno grandissimo bisogno!

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