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La foto del 2020

Valenza e il beato Gerardo

Consulta comunale del volontariato

La nostra comunità viene con gioia dalla celebrazione in onore di San Massimo, Patrono della città di Valenza, e, in un tempo ancora segnato profondamente dalla pandemia e dalla giusta applicazione di ogni cautela nel contenimento della diffusione del contagio, considero questa ricorrenza un dono del Cielo del quale essere grati guardando alla disponibilità e sensibilità dimostrate anche in questa occasione da parte del parroco di Valenza, don Giuseppe Bodrati.

La famiglia del volontariato valenzano ha potuto esprimere pubblicamente e comunitariamente la propria devozione nei confronti del beato Gerardo Cagnoli, proprio protettore, nel gennaio del 2020. Sono passati due anni, complessi e difficili, ma posso testimoniare che questo tempo, toccato in modo così speciale da un servizio intenso ai fratelli, ha rafforzato nei volontari lo spirito di vicinanza a una figura capace ancora di parlare al cuore del mondo di oggi. Il beato Gerardo è stato uomo del dialogo, dell’incontro, dell’ascolto dando, nella apertura ai cambiamenti, anche profondi e radicali, concretamente prova nel corso della sua vita di una vera, autentica e coraggiosa capacità di conversione del cuore rischiarata dalla Luce del Vangelo. Prego affinché il suo esempio possa accompagnarci lungo il cammino sinodale che ci attende e del cui percorso il nostro vescovo ha indicato con chiarezza e sollecitudine pastorale gli elementi per i quali, da semplice fedele, sono sinceramente e profondamente grato.

Il terzo settore, nel nostro Paese in generale, e anche nel nostro territorio, così ampio, radicato e diffuso, è chiamato con serietà e responsabilità a concorrere, insieme agli altri attori istituzionali e sociali, alla edificazione e alla cura della “casa comune” nella direzione di quella “ecologia integrale” delineata negli insegnamenti dell’Enciclica Laudato si’. Se penso al prossimo futuro del volontariato valenzano sono intimamente convinto che non si possa prescindere da una analisi attenta delle cause e delle prospettive di quello che papa Francesco ha, con efficace formulazione, definito “inverno demografico” e che tante questioni pone di fronte alla nostra società. Peraltro la pandemia ha reso ancora più evidenti le necessità e le criticità delle fasce più giovani della popolazione e per questo i più piccoli meritano di essere al centro della nostra attenzione come comunità e tutti noi siamo sollecitati a fare sempre di più e sempre meglio in questa direzione. Rivolgo un pensiero di sincera vicinanza ai portatori di disabilità, alle loro famiglie e ai volontari che li affiancano con un impegno di grande umanità.

La pandemia ha loro imposto sacrifici, rinunce, ostacoli (con, in alcuni casi, la privazione anche dei più semplici contatti personali) giustificati dalla tutela del bene primario della vita e della salute, ma che certamente lasciano in tutti noi profonda amarezza e dei quali dobbiamo farci collettivamente carico.

Federico Violo

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