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Quando l’integrazione è anche alimentare

Il contrappello

Nell’articolo di Avvenire di mercoledì ho parlato dell’importanza dell’integrazione, anche alimentare, che si realizza attraverso l’utilizzo delle materie prime dei nostri prodotti a chilometro zero per realizzare ricette di altre culture, creando così delle positive contaminazioni. Considerando che la nostra storia è sempre stata di apertura e che ha prodotto anche economie alimentari nel mondo come quella del caffè, oggi siamo in un periodo critico poiché se verranno issati nuovi muri ne soffrirà la nostra economia. Basti pensare alle conseguenze disastrose dell’imposizione di dazi sui nostri vini, formaggi, salumi, oli: non solo molte aziende (e quindi famiglie) entrerebbero in crisi, ma si moltiplicherebbe la produzione delle imitazioni dei nostri Grana o Prosciutto di Parma. L’elemento che a mio avviso ha presente tutti i fattori in gioco è proprio la Chiesa, che può diventare anche un importante punto di paragone per la politica.

Paolo Massobrio

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