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Storia della nascita di una scuola

Mi ricordo

Negli Anni 70 con una popolazione di 11.000 abitanti la città di Ovada fu priva di un Liceo Scientifico Statale, al dato ovadese si sommano i 7.000 abitanti del circondario e si ottengono 18.000 residenti.
Con tale carenza, l’unica soluzione fu per anni il pendolarismo studentesco indirizzato verso Acqui Terme oppure per Novi Ligure. Di conseguenza si formarono gruppi di genitori e anche di alunni interessati.
Chiesero l’istituzione del Liceo Statale, tra i nomi più presenti al mio ricordo: il segretario laico del consiglio pastorale parrocchiale insegnante Luigi Caviglione, e le signore Licia Maineri e Lina Sultana. Consiglieri comunali di minoranza: ingegnere Pier Domenico Ottonello, ricordo il suo fare pragmatico, l’assistente sociale Isi Lantero del San Giacomo di Alessandria, residente ad Ovada, persona di dialogo sui problemi umani, specie dei giovani. Per la causa, insieme fecero interventi presso il Ministero della pubblica istruzione a Roma. Ci fu il risultato richiesto da varie parti. Nel 1970 fu concessa una sezione distaccata del “Galilei” di Alessandria.

La prima sede fu un piccolo locale presso il Municipio; col tempo crebbe il numero degli alunni e si impose l’esigenza di un’altra sede. Fu reperita con un accordo tra il Comune e la Casa degli Scolopi, nella già scuola media “Calasanzio”, legalmente riconosciuta.
Ho compiuto i tre anni di corso con molti ovadesi nella stessa sede e il mio ricordo: padre Andrea Damilano, preside e docente di Francese, prima Direttore didattico statale seguì generazioni di ovadesi, padre Tardito docente di Italiano e latino: comunicativo, ci invitava alla chiarezza, ci spiegò il verbo “videor” con efficacia.

Anche questa sede fu provvisoria; ricevetti la prima “supplenza annuale” nel 1981/82 e conobbi la preside incaricata Luciana Borreani. Persona sia energica sia comprensiva dimostrò un vero senso del dovere. Negli Anni 80 fu inaugurata la nuove sede di via Voltri. Luminosa, con laboratori attrezzati e palestra funzionale.
Qui per 20 anni fui in servizio, tra i colleghi ricordo Caterina Bogliolo, docente di Lettere nel triennio e disponibile alla collaborazione nelle gite scolastiche, attenta ma in sintonia con gli alunni.

Verso la fine degli Anni 90 fui nominato, da Alessandria, preside incaricato con riconferma l’anno successivo. Il liceo era funzionale, ma senza intitolazione.
Problema da risolvere, in modo collegiale, con riunione dei docenti chiedendo nomi, ne hanno indetti due di Ovada: Gian Domenico Buffa, Ministro del Re Carlo Alberto, e padre Giovanni Battista Cereseto, scolopio educatore e scrittore dell’Ottocento con simpatie per il Cattolicesimo liberale. Ma su questi non si trovò un accordo. Situazione di stallo.
Mi venne in aiuto la professoressa Giuseppina Ottonello, docente di matematica del biennio: mi suggerì il nome di Blaise Pascal dicendo uomo di scienza, precursore dell’informatica con la “Macchinetta calcolatrice”.

La proposta fu accolta dai docenti. Iniziò l’iter per il riconoscimento. Mi recai più volte al Provveditorato agli Studi ad Alessandria. La funzionaria addetta la dottoressa Settimia Oliva, gentile, documentata sulla normativa, una colonna del Provveditorato. Inoltrò il tutto e l’anno successivo giunse la desiderata intitolazione a “Blaise Pascal”. Il Liceo ebbe questa denominazione fino all’accorpamento con l’Itis Barletti, ma durò anni e la memoria restò.
Indicando Pascal erano gli anni dell’integrazione nella Cee, proponiamo un tema di apertura, di collaborazione tra Stati e un’aspirazione alla pace.
Certo la scuola ha sempre il compito di proporre agli studenti, e a tutti, questi Valori.

Flavio Ambrosetti

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