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Mamma ho perso l’aereo(sol)

“Collezionare per credere” di Mara Ferrari

Ve lo immaginereste Kevin (nella foto, il protagonista di “Mamma, ho perso l’aereo”) al giorno d’oggi? Non avrebbe più senso la sua disavventura calata nell’odierna tecnologia, fra videochiamate e conference call… Queste metodiche avanzate di comunicazione palesano la loro utilità soprattutto nella medicina coadiuvata da telediagnosi e consulti diagnostici da remoto. Anche se fiaccati dalla pandemia non scarseggiano gli esercizi commerciali e le attività di vicinato che riescono a devolvere parte dei propri incassi a iniziative solidali, associazioni onlus, progetti di ricerca e le classiche raccolte fondi ribattezzate nell’anglofono “fundraising”

In particolare, è in cantiere (info: lock1986@outlook.it) un opuscolo sulla telemedicina che potrebbe divulgare in modo facile e comprensibile, magari fumettoso, alcuni fra i tanti nuovi servizi che sono entrati in voga con l’arrivo del Covid. Dal teleconsulto diagnostico, per intenderci fino alle app che permettono di evitare code e assembramenti, senza trascurare visite e controlli periodici. Oggi si evitano i costi tipografici, prediligendo canali digitali e web, ma gli opuscoli divulgativi cartacei resteranno sempre delle vere e proprie “ghiottonerie” per collezionisti e raccoglitori delle più svariate e gratuite testimonianze cartacee, dal biglietto d’ingresso al santino politico del partito che non esiste più…

Colgo l’occasione per salutare un collezionista di queste memorabilia che ci ha improvvisamente lasciato, Armando Zavorro, che si dedicava con passione a modellismo, fumetti, libri curiosi. Insomma una fonte d’inesauribile ispirazione per questa rubrica, che passava dai trofei sportivi agli aneddoti sulla Seconda Guerra Mondiale in un attimo, che sapeva quanta passione si cela dietro l’estetica contemplazione di un album completo di figurine e un’antica reliquia a lungo vagheggiata.

Armando, scommetto che collezioni perfino le nuvole adesso, volando senza indugi a Las Vegas dove si gira il programma “Affari di famiglia”, per compiacerti del valore smisurato di quegli oggetti che molti Lisandrèn reputano insignificanti.

“In bocca all’Upo”, allora, per sostenere progetti di Ricerca anti-Covid, che ci fanno sentire più vicino l’ambiente universitario, che prima dell’era coronavirus, si presentava a noi col tradizionale appuntamento scientifico “La notte dei Ricercatori”.

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